Futuribilmente. Un’ode

È la propulsione dell’aria compressa,
del mio cervello impantanato,
che mi esalta.
Mi commuove!
Goliardico!
Come l’elio che ride o l’assenza d’ossigeno,
dai luoghi del pensiero,
io vengo meno.
E penso ardito!
Son dito nell’occhio del sistema,
mio padre!
Io sono il vecchio nuovo che torna
orgogliosamente rigurgitevolmente
malamente rumorosamente.
Crapumpom…pumpompi…zzzdraaagrabang!
Io sono il vecchio nuovo,
con nuove idee vecchie.
M’offendo se m’offendono
dicendo che son fascio,
Se posso vengo armato
di lama e catenaccio.
Son io! Ardimentoso artista,
magari futurista,
padrone di casa a casa,
appena dopo il cane,
che pure fa la guardia,
volenterosa bestia!
Il mio pensiero è azione,
stantuffo e son leone
nei luoghi del sistema.
Mi lancio mi propongo
affondo, offendo,
credendo d’esser libero
bello e ribello,
io pugno
contro il fanciullo senza’arme,
contro il debole arreso,
contro il sistema mio padre,
contro mia madre giammai,
contro la patria non mia,
contro la nonna e la zia
contro l’infermo che mente da iena,
Alzati combatti suvvia!
Crapumpumpu!
Io non sono conforme alla legge,
né al marchio europeo di merce,
Son unico.  Son raro.
Vivace pensiero. Annebbiato!
[Io sono l’oggetto evacuato,
previa un’azione spingente.
Il sono il futuro del cibo,
escluso l’assimilato,
sicuramente,
giammai mollemente,
io vado]
Crapumpampo…zzzatttragratrack!
….
….
Splash!
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